In questi giorni trovo che sia molto importante curare le relazioni e creare degli spazi di condivisione per affrontare questo momento molto difficile per tutti. Se fino a due settimane fa la tecnologia aveva più rischio di farci estraniare, ora invece viene usata con maggiore consapevolezza per lavorare, fare riunioni, fare videochiamate con parenti che non si possono incontrare, fare aperitivi su Skype con gli amici o lezioni di yoga online.
Ho passato dei giorni in cui ho lavorato molto e ho potuto fare intervisioni con i colleghi e quello che ho sentito è che i gruppi, la comunità e le famiglie possono continuare a lavorare e a condividere in modi diversi ma sicuramente creativi. Negli incontri virtuali che ho avuto, spesso mi affiorava in mente uno dei fattori terapeutici più forti che vengono attivati nei gruppi, che Yalom aveva chiamato “Siamo tutti sulla stessa barca”. Ossia ci troviamo a condividere le stesse paure, le stesse rabbie, le stesse speranze e sentiamo di essere parte della stessa comunità umana. Purtroppo ci sono molte persone che stanno soffrendo tantissimo e spero che tutti ci impegneremo ad agire con saggezza e ad attivare la protezione verso l’altro. Gli alberi stanno continuando ad abbracciarsi, loro possono. Se sentiamo di essere parte di un tutto e che questo tutto va curato, curiamo anche noi stessi e prima potremo tornare ad abbracciarci come gli alberi della foto.